Ognuno ha la sua croce

Quando insegnavo mi è capitato più di una volta di discutere della presenza del crocifisso in classe. Tra l’altro, in alcune aule c’era e in altre no e non ho mai capito bene quale fosse il criterio. Forse, semplicemente, dato che la scuola in cui insegnavo era piuttosto nuova, il crocifisso non c’era in nessuna aula e poi qualche alunno lo aveva portato e appeso, nessuno aveva trovato niente da dire e la croce era rimasta lì.

Adesso pare che togliere o meno il crocifisso dalle aule scolastiche (e, di conseguenza, da tutti i luoghi pubblici) sia un’offesa insostenibile non tanto alla fede cristiana, ma alla civiltà occidentale tout court, e a questo punto si potrebbe discutere se appendere anche la Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Delle discussioni di allora (non più di cinque anni fa, comunque) ricordo tante posizioni preconcette da parte degli studenti. Il crocifisso era il simbolo dei nostri valori contro quelli portati dagli invasori musulmani, il simbolo della fede (e io che sono cristiano voglio vederlo sul muro), una cosa qualunque appesa ai muri tra i poster di cantanti e calciatori.

Facile smontare le argomentazioni, soprattutto quando saltava fuori che alcuni tra quelli che difendevano il crocifisso in classe non erano poi frequentatori così assidui della chiesa; alla fine quasi tutti si rendevano conto che si trattava più che altro di un’abitudine, o come ha detto Di Pietro, “un simbolo che ti ricorda amore e sensibilità”.

Insomma, dopo aver fatto ragionare i ragazzi, mi rendevo conto con terrore che quelle che venivano a riportare a scuola erano le frasi fatte che avevano sentito a casa, nei bar, per la strada, da gente che non aveva riflettuto neanche un secondo sull’argomento (e neanche su molti altri, per la verità) e che si era bevuta le storie sulla guerra tra civiltà e la difesa dei valori. I ragazzi vivevano (e credo che in gran parte vivano ancora) in una cultura che guarda indietro, che ha paura del nuovo, e che si nasconde dietro il crocifisso come un esorcista, gridando “Vade retro, Satana!” contro tutto quello che non capisce.

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