Più volte ho scritto della superficialità, del sensazionalismo e della scarsa (per non dire nulla) attenzione a verificare ciò che si scrive con cui i giornali italiani pubblicano le notizie, non importa di che genere.
Emanuele Menietti ne dà un altro ottimo esempio citando la home page di Repubblica il giorno delle stragi in Norvegia. I titoli sono pensati apposta per attirare le curiosità più morbose (se i morti sono più di novanta mi viene voglia di tornare di tanto in tanto a vedere se sono aumentati), il riferimento a Facebook rimesta nella convinzione di molti che su Internet si sfoghino i peggiori impulsi umani, l’isola di Utøya (il cui nome ovviamente è scritto senza la sbarra che taglia la “o”) si trasferisce da un lago al mare.
Scovare questi mostri giornalistici potrebbe essere un lavoro a tempo pieno. Peccato che sia inutile.
Non mi meraviglia più nulla.
Questo è diventato un Paese dove l’asino (con tutto il rispetto per i veri Asini)
si veste da prof. e il Merito siede all’ultimo banco.
Buona serata
Gina